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I Suoni delle Dolomiti.
30ª Edizione
Montura è al fianco de I Suoni delle Dolomiti fin dalle origini, condividendo con il festival una visione fatta di ricerca, libertà espressiva e passione per l’unicità. Un sodalizio duraturo, fondato sul desiderio comune di esplorare nuovi orizzonti culturali e creativi.
Con una “festa” al Rifugio Fuciade, al Passo San Pellegrino (nel gruppo della Marmolada, la “regina” delle Dolomiti) alla quale hannopreso parte lo scrittore Alessandro Baricco ed il gruppo musicale dei “Diabolus in Musica”, si è aperta il 6 giugno la trentesima edizione de “I Suoni delle Dolomiti”, il festival di musica in quota probabilmente più famoso al mondo.
L’edizione 2025, guidata magistralmente dal direttore artistico Mario Brunello, musicista di fama mondiale e grande “amico” di Montura, si caratterizzerà per un ricco calendario di appuntamenti. Al cospetto delle cime dolomitiche ci saranno musica classica,rock, folk, jazz, world music, etnica, crossover, la canzone d’autore, e persino l’opera, la letteratura e il teatro spettacolo.
Inizio ufficiale il 27 agosto e poi a seguire una collana di perle - ben 16 appuntamenti - tra i quali le ormai classiche “Albe sulle Dolomiti” ed il richiestissimo “Trekking con gli Artisti”, guidato dal Maestro Brunello, che si chiuderà il 14 settembre con un concerto al Rifugio Brentei nelle Dolomiti di Brenta. Ultimo appuntamento, con un evento di grande fascino, il 4 ottobre 2025, quando nuovamente al Fuciade si esibirà l’Orchestra giovanile europea EUYO.
Accesso a piedi, rispetto per la natura, gratuità degli eventi, inclusione. Sono questi alcuni degli elementi caratterizzanti il festival per offrire un modo diverso di avvicinare le montagne, oggi Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO. Suoni delle Dolomiti si è distinto anno dopo anno sia per l’altissimo livello degli artisti presenti, ma pure per una progressiva attenzione a come inserire in modo armonico un evento oggettivamente caratterizzato dai grandi numeri in ambienti di grande delicatezza ecologica e paesaggistica.
Fin dalle prime edizioni Montura si è affiancata al festival, condividendone lo spirito e l’originalità, sempre fuori dagli schemi ed alla ricerca di una propria identità. Il “popolo” dei Suoni conosce e segue questi eventi con attesa e partecipazione. In tanti hanno collezionato numerose t-shirt Montura che, anno dopo anno, vengono prodotte con grafiche distintive per ricordare l’appuntamento. Montura è da sempre altresì presente anche con la vestizione degli artisti, che in alcuni casi mai avevano suonato in quota nella loro carriera e mai avrebbero pensato che per esibirsi sul palcoscenico delle Dolomiti occorre prepararsi anche da questo punto di vista.
Nel tempo hanno assunto sempre più peso scelte strategiche come quella di allontanare il calendario dal periodo di maggiore frequentazione di queste montagne, una sorta di “fuori stagione” dove la musica diventa sovrana tra boschi e pareti. Ai concerti dei Suoni si arriva a piedi, alle volte all’alba, si usano prevalentemente mezzi pubblici o car pooling, non si lasciano segni della presenza umana che non siano un po’ di erba calpestata, non si urla e non si schiamazza, si spengono radio e cellulari, ma si applaudono artisti di fama mondiale che scoprono, spesso per la prima volta con entusiasmo, che anche in luoghi aperti si possono riscontrare acustiche di ottimo livello. I Suoni hanno svolto un ruolo di sostenibilità anche in questo senso, poiché da anni “educano” i loro frequentatori ad approcciare la montagna in modo corretto e rispettoso dell’ambiente, degli animali, delle altre persone, adottando anche la corretta vestizione.
Mario Brunello, il grande violoncellista che fin dall’inizio si occupa della direzione artistica, così ha definito il “suono” delle Dolomiti:
“È un suono da inventare, un suono che si costruisce per te stesso e per chi ti sta ascoltando nel momento in cui accade. Non è un suono predefinito, si crea nell’incontro tra la musica, ambiente e pubblico. È un’esperienza unica e irripetibile.”
Che cosa siano i Suoni delle Dolomiti, Brunello lo ricorda con un aneddoto.
“Al mio primo concerto, sotto le Torri del Vajolet, è arrivata una signora, partita apposta da Bergamo per ascoltare il concerto. È arrivata in ritardo, quando la musica era già finita. Era disperata. Non mi sono reso conto subito che era non vedente. Lei aveva il sogno di ascoltare la musica in mezzo alle Dolomiti, non di vedere le montagne, di sentirle attraverso la musica. Proprio lei che voleva essere in quel silenzio, in quello spazio per ascoltare la musica, mi ha fatto capire che l’idea del Festival era vincente”.